Cronaca fiorentina 

 

 

Avventurarsi per la prima volta a Firenze è comparabile alla selva oscura. La prima volta arrivi per un giorno e rimani abbagliato dal susseguirsi delle epoche che hanno trasformato la città fino a quel giorno. Cerchi di assimilare il più possibile: informazioni, monumenti, strade e viottoli. Appena ti volti anche nel più piccolo anfratto riesci a ritrovare arte e storia che si mescolano in maniera perfetta. Desideri a tutti i costi vedere con i tuoi occhi la Primavera e la Nascita di Venere dipinti dal Botticelli, perderti tra le stanze degli Uffizi per non ritrovare più la via d’uscita. E d’un tratto non desidereresti più uscire.

Stendhal racconta di essere giunto ad un alto livello di emozione tanto da avere la sensazione di cadere uscito dalla Basilica di Santa Croce, come se la vita tutto d’un tratto si fosse inaridita.

Vivi tutto ciò che ti circonda, lo ammiri e fai tua questa esperienza. Ma oltre ad ammirare il passato ti godi anche il presente con il brulicare di persone, di voci e di vite che si scontrano per un attimo e che condividono la presenza in quella città. Ascolti la dizione Fiorentina e ti innamori o semplicemente senti lingue diverse parlate da centinaia di turisti che come te si perdono per poi ritrovarsi in Piazza della Signoria. 

Brunori Sas canta “che bella Firenze le sere d’estate, le luci del centro, le nostre risate.” Assaporare questa città con qualcuno di importante renderà il suo ricordo ancora più caro e anche la più piccola azione come mangiare la schiacciata Fiorentina seduti davanti a un Battistero qualcosa da portarsi nel cuore.

Personalmente sono una di quegli individui che ha apprezzato in maniera particolare la Cupola del Brunelleschi che si staglia imperiosa su Firenze e la domina, ricordandoci anche della famiglia che l’ha commissionata, i Medici. 

La seconda volta che la visiti cerchi di rimanere più tempo possibile. Vuoi viverla appieno, conoscerne ogni angolo e in un certo senso provare quella sensazione di esserne un cittadino.

Poterti svegliare la mattina e dire “sto vivendo a Firenze”. Visiti ogni pezzo di storia, ogni opera e lì comprendi davvero quanto le decisioni dell’uomo possono cambiare il destino di una città e allo stesso tempo lasciare un segno, un’impronta tangibile a chi sarebbe venuto dopo. 

Lo scrittore Guido Piovene vede nella storia Fiorentina la storia di una città dove l’intelligenza predomina, dove l’uomo ha creato, ha vissuto e amato.

 

Ma ogni storia non è sempre rose e fiori e questo lo dice anche Ezra Pound sostenendo che “Firenze è la più dannata città italiana dove non c’è posto per sedersi, stare in piedi o camminare”. Se come ho fatto io, decidete di visitare Firenze di domenica potreste ritrovarvi nel periodo del Capodanno mediceo e meravigliarvi della rappresentazione medievale con i cittadini travestiti da castellani, e allo stesso tempo sperimentare la quantità di persone che popolerà Firenze nell’immediato, rendendola per certi punti di vista invivibile. Centinaia di persone che attraversano il Ponte Vecchio, sedute sulle sponde del ponte mentre pensieroso chiedi se non abbiano paura di perdere l’equilibrio e cadere nell’Arno. 

Il fiume sembra raccontare più di quanto si potrebbe immaginare. Pablo Neruda si sentiva trasportato, ipnotizzato dal suo stesso racconto. Ammette di fatto di non sapere ciò che dicono tutti i quadri o tutti i libri ma di sapere ciò che dicono tutti i fiumi, poiché hanno la sua stessa lingua. È la magia della natura che convive con l’essere umano, che non toglie ma contribuisce alla bellezza. 

Esperienze di questo genere hanno la capacità di portarti a rivalutare il paese in cui vivi, e ricordarti il suo valore nella storia. Senti di essere orgoglioso del paese in cui sei nato, fortunato di poterci vivere, per un momento torni a riflettere e a riporvi fiducia insieme forse ad un po’ di speranza. L’uomo non è solo guerra, potere o economia che sembrano dominare il mondo di oggi più di ogni altro valore, l’uomo è espressione, bellezza, sensazione e amore per sé stesso e per il prossimo. Ricostruire noi stessi partendo dalla bellezza che ci circonda.

Quindi è giunto il momento per la prossima tappa… chissà se la città eterna saprà concedermi la sapienza degli imperatori.

 

Sara Finniy Fardella

 

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