COVID19, BLM e problemi tecnici in quel di Spielberg

Il 2 luglio è ricominciato ufficialmente il campionato 2020 di Formula 1, dopo 214 giorni i motori delle macchine più veloci del mondo si riaccendono e danno vita ad una stagione del tutto nuova, concentrata, particolare e unica nella storia della F1. Il COVID ha mischiato le carte in tavola, tantissimi sono stati i cambiamenti e le modalità di adeguamento per rendere questa stagione del tutto sicura ma anche idonea per decretare il campione del mondo, dunque in questo articolo elencheremo i cambiamenti che ci aspettano per quest’anno ma ponendo sempre e comunque uno sguardo ai classici temi di questo sport.
Giovedì 2 luglio, sveglia presto, inizia la settimana insieme alla consueta track walk. I piloti hanno dormito all’interno di camper forniti dalle scuderie per evitare l’assembramento negli hotel e il rischio di contagio. Il circuito è silenzioso, il traffico delle emittenti televisive, dei tifosi e dello staff incaricato dell’organizzazione è del tutto assente e i piloti muniti di mascherina e protezioni adeguate si avviano lungo il tracciato insieme agli ingegneri per discutere i dettagli della pista.

Il giovedì, inoltre, è normalmente conosciuto come il giorno delle conferenze in cui i piloti che possiedono un interesse particolare con il Gran Premio della settimana vengono intervistati sulle questioni salienti sul weekend che li aspetta. Quest’anno la stagione è stata inaugurata con 20 minuti di intervista ad ogni coppia di piloti in modalità virtuale nel rispetto delle regole sul distanziamento, infatti i giornalisti hanno posto le domande attraverso gli schermi collegati in videochiamata poiché l’organizzazione del mondiale ha precluso ai giornalisti la loro presenza passando da un numero di circa 400 ad un gruppo di 10 eletti per ogni Gran Premio. I piloti si sono rivelati tutti entusiasti di ripartire nonostante i vari problemi, ma nel clima di felice ritorno alle beate abitudini ci sono state confessioni spinose e affermazioni che hanno riaperto le tipiche polemiche che ci fanno entrare in pieno clima F1. Tralasciando le affermazioni convenevoli di Ricciardo e Sainz sul loro futuro cambio di scuderia, ci focalizziamo sulla dichiarazione di Sebastian Vettel riguardante il suo non-rinnovo che ha lasciato tifosi e giornalisti di stucco:
“Sono stato davvero molto sorpreso nel ricevere la chiamata di Mattia Binotto che mi diceva che la Ferrari non aveva intenzione di rinnovare il mio contratto. Non c’è stata neanche un’offerta.”
Sconvolgente, problematico e fortemente inadeguato questo comportamento da parte della Ferrari la quale ha fatto intendere per tutto il periodo di lockdown che la decisione fosse di mutuo accordo e che per Vettel fosse inaccettabile la loro proposta. Nel danno dunque emerge la beffa, sostituire Vettel con Sainz è una mossa giustificabile ma mentire palesemente e trattare la dipartita di un campione di questo calibro in tal modo è un atteggiamento del tutto sbagliato da parte di un’azienda di degno rispetto come la Ferrari.
Infine Sebastian ha incalzato la dose affermando che se ci sarà da lottare lui lo farà nonostante entrambi i piloti siano apparsi abbastanza sfiduciati dalla situazione vettura.
Degne di una nota di attenzione sono state le affermazioni del campione in carica Lewis Hamilton che naturalmente ha parlato di una situazione che lo riguarda da vicino ovvero i movimenti del Black Lives Matter. Hamilton ha portato il suo attivismo dalla piattaforma Instagram alle strade di Londra fino ai paddock della Formula 1 affermando che lo sport abbia il dovere di impegnarsi nell’integrazione delle minoranze e che non ha visto forte interesse dai vari team. Sicuramente notevole l’iniziativa #weraceasone della F1 ma come ha sottolineato il campione in carica abbiamo bisogno di serio attivismo perché la morte di George Floyd e di molti altri come lui non sia affatto vana, lo sport è vita, società e passione e di conseguenza deve adeguarsi ai cambiamenti sociali o addirittura dettarne dei nuovi

più sostenibili e pacifici. Infine, ritornando alla conferenza, riporto l’affermazione di Valtteri Bottas, pilota Mercedes, su cui ritorneremo più in là ma che i lettori più attenti riterranno immediatamente “divertente”:
“La Red Bull sembra vicina, ma sarà forte anche la Ferrari. Speriamo di poter essere lì e lottare per la vittoria. Ma è passato tempo dall’ultima volta in pista e dobbiamo aspettare, provare e capire”
Presto ci ritorneremo, intanto tra le ricche novità del giovedì evidenziamo le modifiche estetiche della Safety Car e della SF1000 riguardanti temi particolarmente toccati:
1. La Safety Car con l’arcobaleno segno di integrazione delle minoranze etniche contro la discriminazione nei confronti di donne e persone non-eterosessuali all’interno del motorsport.
2. L’adesivo #forzaAlex dedicato al grande Alex Zanardi.

È venerdì e le macchine finalmente toccano l’asfalto grigio immacolato che fa a pugni con la vallata boschiva in cui si trova il Red Bull Ring, è il giorno delle prove libere. Il pubblico è naturalmente bandito, il personale di ogni team è chiamato ad indossare i dispositivi di protezione costantemente e i piloti devono indossare la mascherina finchè non inseriscono il casco ed entrano in macchina. Aria piovigginosa, le prime macchine scendono in pista e durante questi primi momenti aleggia la notizia di un reclamo da parte della Red Bull sul tanto controverso DAS, l’ennesimo reclamo che viene respinto dalla FIA la quale in modo abbastanza discutibile continua a ritenere il sistema di convergenza della Mercedes illegale soltanto dal 2021. Le prove proseguono e in questa prima giornata vengono confermati parzialmente i test invernali, la Mercedes senza clamori si conferma la prima potenza mentre la Racing Point e la Ferrari stupiscono chi in positivo e chi in negativo. La “pink Mercedes” di Sergio Perez e Lance Stroll infatti appare seconda e dalle prestazioni ottime proprio come la sua sorella gemella argento dell’anno scorso, mentre la Ferrari presenta un quadro preoccupante che la fa figurare in lotta dietro la Racing Point e a fianco di Renault, insomma nel midfield. I due piloti Ferrari appaiono molto più preoccupati sulla situazione dunque, ma non sono i soli infatti Mattia Binotto viene incalzato da una serie di domande con le quali ammette che effettivamente Sebastian Vettel non ha ricevuto alcuna offerta a causa della situazione COVID che gli ha impedito di dimostrare quanto effettivamente fosse motivato a continuare a restare a Maranello. La scusante non convince nessuno e anche se fosse vero continua ad essere grave la mancanza di rispetto nei confronti dei piloti, per non parlare della comunicazione ambigua fatta durante il periodo di lockdown. La giornata si conclude con le due Mercedes salde alle prime due posizioni e le Ferrari dietro le Racing Point, ci si aspetta una giornata molto dura in qualifica per gli uomini in rosso.

Il sabato la situazione in effetti si rivela molto più disastrosa di quella predetta nel venerdì, infatti il giorno precedente le due Ferrari sembravano comunque lottare a ridosso del podio per un posizionamento tra quarto, quinto e sesto posto ma in realtà Sebastian Vettel non riesce a qualificarsi e viene eliminato nel Q2 mentre Charles Leclerc strappa un deludente settimo posto. Le Mercedes nonostante siano dipinte di nero continuano ad essere le solite “frecce d’argento” che sfrecciando ottengono una doppietta, Bottas è in pole position con annesso record della pista nonostante un leggero sbandamento sulla ghiaia. Anche le pratiche per il poleman cambiano in vista della sicurezza sanitaria, infatti Bottas non riceve da nessuno il premio Pirelli che si colora d’arcobaleno sempre per l’iniziativa contro le discriminazioni nello sport, lo firma e scatta le fotografie di rito con la mascherina sul volto.

Intanto proseguono le interviste ai piloti appena qualificati con forte attenzione e interesse nei confronti di Vettel che ormai da anni non veniva eliminato in Q2, il tedesco della Ferrari appare sconcertato e amareggiato in quanto ritiene che la macchina soffra sempre  dello storico problema a lui troppo fastidioso: sovrasterzo in curva. Anche per Leclerc la situazione sembra alquanto nera ma essendosi posizionato tra i primi 10 rinnova tutto il suo impegno alla domenica. Hamilton viene investigato per non aver alzato il piede in presenza di bandiere gialle ma lui si giustifica affermando che ci fosse un conflitto di segnali tra bandiere verdi e gialle così che non viene penalizzato, nella giornata successiva la Red Bull fa notare che per lo stesso motivo il loro pilota Verstappen nel GP del Messico 2019 venne penalizzato ed è così dunque che a soli 20 minuti dalla partenza viene mutata la griglia tra lo sconcerto dei telespettatori e dei media poiché per l’ennesima volta i giudici si sono dimostrati abbastanza incoerenti con l’assegnazione delle penalità.

La domenica, dunque, Hamilton passa in quinta posizione e per il finlandese Bottas si moltiplicano le possibilità di vittoria certa. L’inizio della gara apre uno scenario monotono e noioso in quanto Max Verstappen è costretto al ritiro, l’unica variabile che può punzecchiare le Mercedes e cambiare il podio va via a causa di un guasto elettrico ai comandi del volante. In realtà una gara di Formula 1 è sempre imprevedibile e infatti questa appare movimentata e una delle più attive dai tempi di Germania 2019 in quanto ben 9 macchine finiscono fuori dalla competizione chi per incidente non grave e chi per problemi alla vettura.
Sebastian Vettel si piazza soltanto decimo, parte bene ma una frenata di troppo in un corpo a corpo con Carlos Sainz gli causa il bloccaggio del posteriore e si gira perdendo posizioni clamorosamente, ovviamente tale errore è stato molto discusso ed è stato oggetto di gioia degli storici haters di Vettel ma nonostante nella questione io ritenga che l’errore da parte tua ci sia spezzo una lancia in suo favore facendo notare che la macchina sia stata ingestibile per tutta la durata del Gran Premio. Lo stile di guida di Vettel prevede di portare la frenata fin dentro la curva, per poterlo fare lui frena fin quasi all’ingresso curva e ciò richiede un posteriore molto preciso e stabile poiché la frenata fin dentro la curva sposta tutto il peso davanti e alleggerisce la parte di dietro della vettura, ciò va a peggiorare la situazione di sovrasterzo di cui la SF1000 soffre già naturalmente e a causa del posteriore notevolmente leggero la macchina tende a girarsi. Le correzioni fatte da Vettel per cercare di adattarsi alla vettura sono state molto pesanti e infatti si possono notare dagli onboard e da queste immagini in cui il pilota addirittura gira il volante verso destra mentre entra in curva a sinistra e viceversa, dunque in questo momento mi sovvengono le parole di Bottas sulla presunta forza della Ferrari le quali mi sembrano abbastanza ironiche in quanto la macchina fornita ai piloti in questo weekend è stata alquanto vergognosa e non all’altezza della loro bravura.

Nella prima foto la curva è a sinistra ma Vettel gira il volante verso destra, nella seconda foto la curva è a destra ma il pilota gira verso sinistra.

Infatti anche Leclerc ha dovuto apportare correzioni e non si è mostrato contento della vettura a fine gara nonostante l’abbia portata a podio, forse perché è consapevole che tale risultato fosse del tutto inaspettato in quanto dovuto alla fortuna del momento, ma sì sa che la fortuna aiuta gli audaci e di tutto rispetto sono gli ultimi due sorpassi fatti dal monegasco che gli hanno assicurato il secondo posizionamento.
La fortuna di Leclerc è infatti dovuta anche all’incidente tra Hamilton e Albon che a mio grande dispiacere si fa sfumare tra le mani la possibilità del suo primo podio o addirittura della sua prima vittoria, il campione in carica viene dunque penalizzato di cinque secondi perché dalla dinamica dell’incidente emerge chiaramente un suo errore che porta fuori pista il giovane pilota thailandese e anche fuori podio lo stesso Hamilton il quale finisce in quarta posizione secondo la classifica finale.
Due ultime questioni mi permetto di evidenziare per concludere la cronaca di questo weekend di gara:
1. Molto emozionante e commovente il momento a sostegno della comunità nera in cui alcuni piloti ad inizio gara si sono inginocchiati a fianco del loro unico compagno nero Lewis Hamilton, questa è la F1 che amo e questa è la F1 che voglio vedere.
2. Lando Norris, classe 1999 arriva terzo e si guadagna il suo primo podio diventando il terzo podista più giovane della storia della F1 e il primo della storia della McLaren. Pensare che sia passato da fare le dirette Twitch in cui scherza con i fan ad ottenere il suo primo trofeo di F1 nel giro di pochi giorni e a soli 20 anni è incredibilmente motivante, bravissimo Lando!
Sperando di far diventare questo format un appuntamento fisso vi rimando al prossimo Gran Premio che si disputerà questa settimana, sempre in Austria e con l’auspicio che ci siano molte novità e molte dinamiche da raccontarvi nonostante il doppio appuntamento
che potrebbe auspicare un risultato già prevedibile. Servus cari lettori, ci rivediamo a Spielberg!

Chiara Marino

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