Dal garage alla pista: storia di una ripartenza

“Ripartenza” è stata la parola più utilizzata in questi mesi trascorsi a casa tra una diretta del primo ministro Giuseppe Conte e le speranze sul vaccino contro il COVID19. Ripartire un verbo che fa emergere in noi pensieri positivi perché ci fa pensare ad un nuovo inizio, ad un punto della nostra vita dal quale tutto sarà diverso, dal quale noi stessi siamo diversi. E quale esempio migliore per parlare di ripartenza se non un’auto da corsa? Perché l’auto da corsa nasce per sfrecciare, per non stare mai ferma e per farci vivere l’adrenalina del
movimento curva dopo curva. L’auto da corsa non è fatta per restare in garage, perché stando ferma perde la sua anima, così come noi umani che abbiamo bisogno costante di muoverci, conoscere, cambiare e andare avanti.

Dunque in questa intervista parleremo di ripartenza proprio con Mattia Priori, il nuovo team leader della squadra corse MoRe Modena Racing, il team di Formula Student che rappresenta Unimore nelle competizioni internazionali e che purtroppo ha subìto un’ovvia
battuta d’arresto a causa della pandemia.

Mattia Priori è uno studente universitario marchigiano che, dopo aver conseguito la laurea triennale in ingegneria meccanica all’Università Politecnica delle Marche, nella città di Ancona, è approdato a Modena per frequentare il corso universitario di High Performance Car Design dell’ambizioso progetto MUNER (Motorvehicle University of Emilia Romagna), che oggi unisce le migliori aziende automobilistiche della Motor Valley in un unico corso di studi.
Da ottobre Mattia ricopre il ruolo di team leader del team MMR; nonostante i suoi molteplici impegni si è reso generosamente disponibile per un’intervista in cui ci aggiorna sulla situazione attuale nell’officina del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.

C: Cosa è successo al progetto MMR a seguito della pandemia di COVID19? Quali erano i vostri piani che non sono stati portati a termine per colpa della situazione?
M: L’emergenza Covid ci ha colpito molto, in quanto ha causato lo stop delle nostre attività (visto che l’università è diventata inaccessibile fin dal primo momento), e ciò è degenerato fino all’annullamento delle gare di Formula Student a cui avremmo dovuto partecipare. Però questo periodo di fermo ci ha dato modo, seppur con delle limitazioni gravose, di definire ancor più nel dettaglio i componenti della macchina del 2021. Quest’anno dovevamo partecipare per la prima volta alla Formula Student Austria, un evento molto importante a cui accedono le migliori scuderie, insieme a due gare in Italia e in Spagna… ma purtroppo è stato tutto annullato.

C: Avete continuato a lavorare a distanza? Come avete organizzato il lavoro e a cosa siete riusciti a lavorare visti i naturali ostacoli che comporta la situazione?
M: Inizialmente c’è stato un periodo di fermo totale, successivamente quando abbiamo capito la portata della situazione ci siamo riorganizzati e adattati a distanza, con mezzi come le classiche videochiamate, l’utilizzo del desktop da remoto fino al controllo remoto del software, per andare avanti con la progettazione dei componenti dell’anno scorso. Certamente manca l’atto pratico dell’incontro in officina che rende più scorrevole il lavoro.

C: La pandemia ha avuto un notevole effetto negativo sullo scenario economico globale e sicuramente in maggior misura sul settore dell’automobile che era in crisi già da tempo. Questi danni si sono propagati anche sul team? Ci sono state aziende che hanno rinunciato al progetto?
M: Ovviamente sì, la pandemia e la conseguente crisi economica hanno toccato anche i contratti di sponsorizzazione del nostro team, molte aziende hanno modificato il loro modo di porsi nei nostri confronti riducendo i benefit e i budget, però possiamo affermare che il lato umanitario del nostro progetto, che consiste nel formare gli studenti, ci ha aiutato a non perdere completamente i nostri partner.

C: Dunque con il grande aiuto dell’Università il progetto continua ad andare avanti. A proposito di ripartenza: avete ricominciato a lavorare? Avete reclutato nuovi studenti? Com’è la nuova impostazione del team?
M: Sì, sicuramente UNIMORE in tutto questo è indispensabile, perché nonostante le difficoltà continua a favorire il progetto mettendo a disposizione i locali e tenendosi sempre aggiornata a proposito delle disposizioni del Governo. Abbiamo ripreso, seppur a distanza e non in modo pienamente attivo come gli scorsi anni. Stiamo sperimentando modalità differenti come accessi programmati, numeri limitati di accessi in officina e molta più organizzazione. Abbiamo inoltre reclutato per i progetti a breve termine e quelli a lungo termine. La nuova impostazione del team è in parte classica e in parte modificata secondo l’eventualità che stiamo vivendo: la parte dirigente è costituita dai division leader che coordinano il lavoro in sede da Modena, e poi c’è il resto degli studenti, adibiti a mansioni da svolgere in smart-working, che, vista la situazione, ha preferito restare a casa. Ci aspettiamo un grande ritorno in tempi futuri, quindi stiamo sperimentando un team ibrido che sappia integrare lavoro a distanza e lavoro in presenza.

C: Quali erano gli obiettivi previsti per quest’anno e come sono mutati con questa nuova situazione?
M: Gli obiettivi della stagione 2021 sono drasticamente cambiati, perché inizialmente avevamo preso in considerazione l’idea di cessare il progetto Combustion e di dare via libera al full-electric, stoppando la fase di produzione; però si è fermato anche il know how per il nuovo telaio, e così abbiamo deciso di rimandare tutto di un anno. Per adesso siamo focalizzati sul perfezionare ulteriormente la combustione e acquisire sempre più conoscenze e competenze in vista dell’elettrico.                                                                                    C: Quindi nel lungo periodo avete in mente di cambiare filosofia e andare verso il motore elettrico… perchè questo cambiamento?
M: Perché la Formula Student è la palestra per gli ingegneri dell’automotive del domani. Il regolamento stesso delle competizioni sta spingendo per l’elettrificazione e la guida autonoma, quindi dal 2023 ci sarà sicuramente un ban della modalità a combustione.              C: Alla luce di ciò sai dirmi se il progetto Hybrid è destinato a decadere per far posto all’elettrico, o a restare comunque tra i vostri piani?
M: L’ibrido sarà un progetto che sarà la chiave di volta nel futuro del mercato automobilistico, dunque sicuramente la ricerca si avvierà verso questa linea di pensiero. Non dimentichiamoci inoltre che la passione è nata da un motore che romba; per questo noi affezionati alla vecchia scuola stiamo cercando di far rallentare la SAE dall’eliminare totalmente la combustione, preferendo l’ibrido, che può essere un buon compromesso…comunque sia questi cambiamenti sono inevitabili, e noi ci stiamo preparando.

C: In questi mesi abbiamo imparato a convivere con l’incertezza e con il rischio di non poter più pianificare un evento; ma ponendoci in un’ottica ottimista ricordiamo che avete vinto a Silverstone, portando il team alla posizione 23 del ranking mondiale… Quindi, qual è adesso il prossimo obiettivo che volete raggiungere, per confermarvi e migliorarvi?
M: Non è il periodo più roseo, però le possibilità per realizzare una nuova macchina ci sono e noi le vogliamo cogliere tutte, quindi l’obiettivo principale è assolutamente non fermarci, perché dobbiamo gettare delle forti basi per il cambiamento storico del prossimo anno, dobbiamo dimostrare che Modena c’è ed è pronta al futuro. Inoltre ci auguriamo fortemente di entrare nella “top ten” della classifica mondiale… attualmente, come riportate voi dello Strillone, siamo al 23esimo posto.

C: Sei stato division leader di aerodinamica per un anno, adesso sei team leader. Avresti mai pensato di giungere in così poco tempo a cariche di questo spessore? Il carico delle responsabilità è più elevato adesso? Com’è cambiato il tuo modo di vedere la Formula Student dall’esperienza di Ancona a quella di Modena?
M: Posso dirvi che il salto più grande non è stato quello di quest’anno, ma quello di cambiare da membro pendolare in Ancona (e quindi non completamente immerso nelle dinamiche di officina) a capo dell’aerodinamica sempre presente in ufficio. Modena è la città principe della Motorvalley, il ruolo della formula ha un grande peso per le aziende e per l’Università… Dunque, motivato dall’ambiente così dinamico, ho maturato in me la consapevolezza che fosse il momento di fare lo step verso l’incarico da team leader. È stata una scelta di cuore, fatta per concludere al meglio l’esperienza, ed è per questo che sono sempre stato consapevole del carico di responsabilità a cui sarei andato incontro. Infatti sto lasciando la parte tecnica per portarmi sempre più verso la parte manageriale, dove i professori si rapportano direttamente a me insieme alle aziende e agli enti, quindi i miei errori pesano molto di più.
Per quanto riguarda il mio modo di vedere la Formula Student posso affermare che non è cambiato: per me è un grande trampolino di lancio per tutti gli studenti che si lamentano di quanto l’università italiana sia priva di esperienze del tipo “learning by doing”. Come dicevo prima, però, resta comunque il cambiamento riguardo il mio approccio: quando ero ad Ancona infatti la vedevo più come un’esperienza tra compagni di squadra, a Modena invece ho un ruolo importante in quanto rappresento il team, dunque devo assumere un atteggiamento professionale nel mio lavoro.

C: Qual è la tua filosofia da team leader? Seguirai approcci diversi dai tuoi predecessori?
M: Non mi considero il migliore, probabilmente c’è chi tecnicamente è più bravo di me, quindi mi ritengo solo uno dei tanti che si è preso l’impegno di dedicarci più tempo. Non voglio essere considerato come un capo che dà ordini, ma come un compagno con cui collaborare. E’ chiaro che non voglio distacchi palesi tra me, i division leader e gli altri componenti del team. Per quanto riguarda la filosofia di gestione ritengo che ognuno abbia un approccio diverso, in quanto la leadership dipende molto dal tipo di carattere personale, sicuramente seguirò delle linee di guida comuni ai miei predecessori, ma ovviamente ci metterò del mio.

C: Oltre alla pandemia quest’anno abbiamo vissuto i disordini e le proteste per il BLM. I discorsi sociali e politici hanno toccato il mondo tanto da influenzare la Formula 1 e il mondo del motorsport in generale. È un tema che tocca il vostro team o ritenete che lo sport si debba tener fuori da tali questioni? Come affrontate il tema diversità nel team MMR?
M: A parer mio ogni tematica ha il suo luogo in cui essere discussa; lo sport può essere uno di questi in quanto l’attività sportiva può e deve prendere delle posizioni su tematiche come il razzismo, perché è nata per unire le persone e renderle parte di una squadra. In MMR il tema “diversità” si affronta per mezzo dell’integrazione di ogni genere, etnia e religione. Per esempio la nascita del corso di studi MUNER ha attirato molti studenti stranieri, e per noi è molto importante accoglierli e integrarli, in quanto attualmente i metodi per comunicare si trovano tranquillamente – ed infatti utilizziamo l’inglese per ogni comunicazione interna al team. Non esiste differenza tra noi, siamo tutti studenti che lavorano per costruire insieme una macchina da corsa.

È con questa immagine rosea di un team unito contro ogni barriera, che sia razziale o dovuta al COVID19, che ci apprestiamo a chiudere questa intervista. Insieme a Mattia abbiamo voluto sottolineare il fatto che per il team MMR ripartire significhi proprio cambiare: il team ha dovuto cambiare impostazione e mentalità, ed è proiettato verso molti altri cambiamenti futuri. Inoltre Mattia ci ha fatto comprendere bene l’importanza della ripartenza, che può avvenire soltanto mediante il lavoro di
squadra. Il mondo intero è un grande team e, se ognuno offre il proprio contributo, presto si potrà uscire dal buio dei garage per sfrecciare verso la luce del sole. Ringraziamo il team leader Mattia Priori e l’intera squadra MoRe Modena Racing per averci concesso nuovamente di venire a contatto con il loro prezioso lavoro.
Chiara Marino

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