La prima volta della moda: la Digital Fashion Week a Milano

La prima volta della moda: la Digital Fashion Week a Milano 

Chi immaginava si potesse sognare la moda anche attraverso uno schermo di un computer, tablet o di un comunissimo cellulare? Ebbene sì, quest’anno Milano oltre ad essere l’indiscutibile capitale italiana della moda si è trovata a dover sostenere il titolo di capitale delle sfilate on-line (Digital fashion week) e lo street style meneghino è stato popolato per la maggior parte dalle modelle Off-duty mentre correvano da una passerella all’altra piuttosto che da giornalisti,brand ambassadors e “sciure” modaiole. 

In un tripudio di ruches, colori vibranti e occhialoni squadrati, la Milano Fashion week ci ha catapultati per una settimana intera in una primavera/estate 2020-2021 speriamo più rosea di quella appena passata. 

Le Maison di moda italianissime si sono divise principalmente su due fronti. Max Mara (come sempre molto fedele ai codici di stile del proprio brand), Versace (che ha optato per un tema marittimo a tinte anni ’80), Etro (immergendoci in un immaginario borghese mixato ai loro classici elementi di equitazione) e Fendi (in un’atmosfera spettrale) hanno infatti deciso di non rimandare la sfilata e invitare pochi ospiti come da tradizione, diversamente da quanto optato da Marni e Prada che ha presentato la propria collezione solo in streaming in uno spazio onirico dipinto giallo ocra e con schermi che proiettavano i nomi delle modelle in scena. Alessandro Michele, mente creativa di Gucci, in via del tutto eccezionale non ha partecipato adducendo il motivo ad un rallentamento volontario del ritmo frenetico delle proprie collezioni ma mandando in onda i retroscena del processo di creazione del nuovo Lookbook 2020/2021 “Epilogue”. Ferragamo si è invece risolto in un ibrido piuttosto speciale: Il regista Luca Guadagnino, già conosciuto per aver girato un docu-film su Salvatore Ferragamo, il calzolaio delle star hollywoodiane del secolo scorso, ha aggiunto il suo tocco personale ad una breve intro alla sfilata mandata in streaming. 

Moschino grazie al direttore creativo Jeremy Scott ha ritrovato finalmente l’ironia per cui era diventato celebre il marchio inscenando uno spettacolo di marionette magistralmente abbigliate con l’ultima collezione P/E e attorniate da bambole con le fattezze dei maggiori esponenti del fashionbiz

Valentino e’ invece tornato, se non esattamente a casa propria (la sede si trova a Roma), in patria, dopo aver fatto sfilare per anni le sue collezioni alla settimana della moda di Parigi, annunciandosi a suon di maxi abiti e colori bold. 

Una sfilata tradizionale nella forma ma rivoluzionaria nel concetto e’ stata sicuramente quella di Giorgio Armani che ha trasmesso in diretta la sua collezione sul canale televisivo la7 in prima serata sabato 26 settembre. 

Il punto più interessante di questa edizione digitale è sicuramente la “democratizzazione” e la conseguente accessibilità all’ “Olimpo” della moda. Si è

cosí assistito ad un’accelerazione delle condivisioni di contenuti, immagini e outfit aiutato fa piattaforme digitali come Pinterest, Instagram e YouTube in primis. Fortissimo è stato il tema dell’inclusività e dell’apertura a fette sempre più ampie di pubblico, difatti quasi tutti i marchi hanno deciso di mixare il women/men wear in passerella in un melting pot sempre piu’ gender fluid. Insomma, la pandemia ha obbligato il settore tessile a reinventarsi e oserei dire il fashion-system abbia reagito piuttosto bene, ça va sans dire

Dalla prossima edizione si spera in uno “sdoppiamento” della settimana della moda tra mondo virtuale e quello reale per non escludere mai più chi vuole conoscere il Made in Italy di alto livello. 

P.s. per chi volesse approfondire segnalo in particolare il magazine online “L’officiel Italia”, “Vogue Italia” ,il sito “Camera Nazionale della Moda Italiana” (https://www.cameramoda.it/en/associazione/news/1602/ ) ed infine il canale YouTube FFchannel per assistere alle sfilate sopracitate (https://www.youtube.com/user/FatalefashionIII ). 

Glossario

  • Digital Fashion week: Nuovo format digitale della settimana della moda milanese che consiste nel proiettare su piattaforme digitali in streaming le collezioni dei marchi che partecipano 
  • Brand ambassador: Volto-immagine scelto da un marchio per promuovere e far aumentare le vendite 
  • Street style: Neologismo esistente da una decina di anni che indica uno stile di abbigliamento informale ispirato alla gente comune che si incontra per strada e che trae ispirazione culture underground diverse a seconda dei gusti personali 
  • Off-duty: Significa letteralmente “fuori servizio” cioe’ l’abbigliamento del tempo libero Ruches: Tipo di increspatura di un tessuto 
  • Outfit: È il risultato finale costituito da capi d’abbigliamento e accessori scelti ad hoc 
  • Maison: È la cosiddetta “casa di moda” e indica il luogo dove vengono creati e disegnate le nuove collezioni di un certo marchio. 
  • P/E: Indica la stagione della collezione presentata, in questo caso Primavera-Estate
  • Women/Men wear: Sono le collezioni destinate (ma sempre piu’ gender fluid cioè un labile confine tra moda uomo/donna) ad un pubblico femminile e a quello maschile 
  • Lookbook: Parola che ha diversi significati a seconda del contesto, nel caso di marchi di abbigliamento è l’insieme dei look della sfilata 
  • Bold: Nel mondo della moda, sta ad indicare un accessorio o un colore particolarmente vistoso, colorato, centrale, deciso.

Elisa Cavini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *