The notorious RBG: un omaggio

“When I’m sometimes asked when will there be enough [women on the Supreme Court] and I say, ‘When
there are nine,’ people are shocked. But there’d been nine men, and nobody’s ever raised a question about
that.”

A dieci giorni dalla morte ancora si parla di lei. Icona femminista, rivoluzionaria e ispirazione liberal nella corte suprema degli Stati Uniti. È Ruth Bader Ginsburg, che dopo una lunga battaglia contro un male inarrestabile si è spenta all’età di 87 anni, lo scorso 18 settembre.
Bene, che fosse una leggenda è chiaro, ma a molti non è chiaro, invece, il perché. Lo strillone si prende questa pagina per illustrarvi la sua vita e rendere omaggio alle sue incredibili vittorie, che poi sono le vittorie di tutti.
Joan Ruth Bader nasce e cresce a Blooklyn, New York, in una famiglia della bassa classe media. Sua madre ha sempre incoraggiato la figlia all’educazione in quanto lei stessa era stata costretta, pur essendo studentessa modello, ad abbandonare gli studi per permettere al fratello di studiare al college.
Il giorno prima del diploma, la madre muore di tumore, ma lei non si lascia abbattere. Continua più determinata di prima e come dirà anni dopo tutta la sua vita a partire da quel momento in avanti l’avrebbe dedicata a sua madre e ai sogni e le speranze che nutriva nei confronti della piccola Joan.
Studia prima alla Cornell University dove conosce il suo futuro marito Martin D. Ginsburg, anche lui studente, poi ad Harvard ed infine alla Columbia University dove si laurea a pieni voti. Quando anche l’amore della sua vita si ammala, lei fa di tutto per aiutarlo a finire gli studi. Il tutto essendo lei stessa immersa nei libri e crescendo la loro bambina.
Non si tratta di un tipico matrimonio anni ’50, anzi, le dinamiche della coppia già mostrano quale sarà il progetto di Ruth Bader Ginsburg: sradicare le differenze di genere (a tal proposito è simpatico ricordare come fosse infatti il marito, cuoco provetto, a cucinare, mentre lei invece era negata). Dopo la laurea, arriva in Svezia dove il femminismo stava esplodendo. Tornata negli Stati Uniti comincia il suo grandioso progetto per la parità di genere. Dopo una lunga carriera come avvocato e diversi rifiuti viene finalmente promossa al titolo di giudice federale dal presidente Carter nel 1980. La sua posizione in questo momento era considerata moderata nonostante i suoi studi precedenti ma in realtà Ginsburg fu molto abile nel costruirsi un’immagine che la rendesse ben vista anche dai più tradizionalisti.
A partire dal 1993 dopo la nomina del presidente Clinton a Giudice di Corte Suprema il suo progetto inizia veramente a cambiare le carte in tavola. Il caso più noto fu sicuramente il Virginia Military Academy, una scuola militare in cui venivano accettati solo uomini. Ma RBG entra in gioco nel momento giusto e con le giuste parole. Per lei, vietare l’accesso alle donne, solo perché donne era una violazione
dei principi costituzionali. Alla fine riuscì a convincere tutti i giudici eccetto uno di quanto fosse inumana, ingiusta e spregevole questa regola. Anche quando con il tempo la corte comincia a spostarsi sempre più verso l’ideologia conservatrice, e il suo potere inizia a destabilizzarsi, non perde una sola occasione per prendere le distanze da quelle che per lei erano decisioni sbagliate.
Nel 2011 riceve da Harvard la laurea Ad Honorem, la più alta onorificenza dell’università americana, riservata a pochi altri prescelti.
Inarrestabile, determinata, straordinariamente vera, ha lasciato un vuoto enorme nel potere giudiziario statunitense ma la storia della sua vita continuerà ad animare migliaia di persone. Qui ci auguriamo che le scelte delle prossime settimane siano giuste e che rispettino il lascito di Notorious RBG e ciò a cui ha dedicato tutta la sua vita.

Leila Zouinou

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