LA CULTURA DELLA METEOROLOGIA NELL’EPOCA DELLE FAKE NEWS E DEI SOCIAL NETWORk

 

“Gelo apocalittico in arrivo”, “Caronte traghetterà l’Italia all’inferno”, “Bomba bianca in arrivo”, “Comunicato ufficiale: eventi estremi in arrivo”. Questi sono solo alcuni dei titoli sensazionalistici che stanno caratterizzando la cultura meteorologica nell’epoca contemporanea, contraddistinta dalla diffusione delle notizie in tempi rapidissimi grazie all’uso dei social network e di Internet. La riflessione sviluppata in questo articolo vuole richiamare l’attenzione di tutti coloro che si approcciano quotidianamente per brevi momenti all’informazione riguardante la previsione del tempo: lo scopo è di chiarire il limite che corre tra una corretta divulgazione dei contenuti inerenti alla meteorologia e la diffusione di un modo assolutamente dannoso e scorretto delle previsioni meteorologiche.

Innanzitutto, la prima caratteristica che evidenzia in maniera netta i due approcci al mondo della meteorologia riguarda il tono con cui vengono scritti gli articoli sui diversi siti di meteorologia italiani presenti su Internet. Se confrontiamo le pubblicazioni del sito Ilmeteo.it con quello di 3bMeteo, noteremo la differenza osservando semplicemente come vengono descritte le situazioni di instabilità legate all’arrivo di una perturbazione: su Ilmeteo.it abbiamo un’enfasi eccessiva che di solito precede il possibile verificarsi concreto di un avvenimento di grande importanza, come ad esempio l’arrivo di un violento ciclone o di una forte nevicata che potrebbe causare danni alla circolazione. Ecco un tipico caso di comunicazione inutilmente allarmistica che possiamo spesso trovare su internet: “comunicato urgente: impatto imminente di una bomba di neve che sconvolgerà la pianura padana con oltre 50 cm di neve”. In questa previsione allarmistica e sensazionalistica, troviamo alcuni gravissimi errori che di solito chi è esperto e competente in materia di meteorologia e analisi dei modelli previsionali, sa bene di dover evitare: 1) terminologia totalmente inappropriata all’uso che si pretende di fare applicandola al campo delle previsioni meteorologiche, in quanto “bomba di neve” è un termine di provata inconsistenza concettuale. Non esiste in nessun dizionario e glossario di meteorologia un simile concetto, che oltretutto richiama la dinamica dell’esplosione di un ordigno, con conseguenze molto pericolose per le persone e gli stati soggetti a tale evento; 2) l’uso del verbo “sconvolgere” significa che una catastrofe naturale sia in procinto di abbattersi su quel territorio preso in esame, apportando mutamenti molto pericolosi per l’ambiente e l’uomo (anche qui confermiamo una grave inadeguatezza di linguaggio); 3) qui entriamo nell’errore più grave e imperdonabile per un meteorologo: la previsione di eventi precipitativi dati per scontati, anzi per certi, senza tenere conto dei numerosi fattori e delle variabili ad essi correlati, che portano a continue modificazioni dello scenario di previsione ritenuto più probabile dai modelli. In questo esempio, la previsione di una precipitazione molto complessa, come la neve, viene inspiegabilmente data per scontata senza nessuna analisi scientifica dei modelli di previsione, senza nessuna considerazione delle caratteristiche morfologiche di un territorio come la pianura padana che spesso modificano anche radicalmente una previsione di pioggia, neve, temporali, grandine anche a pochi giorni, o addirittura ore a distanza dal possibile verificarsi di quell’evento. Ma la cosa più grave è che non viene utilizzata l’esperienza del meteorologo che, dopo anni di mestiere, dovrebbe sapere in maniera abbastanza completa i rischi che comportano certe previsioni. Dunque, quando leggete previsioni formulate in questo modo allarmistico dal presente sito, Ilmeteo.it, dovete etichettarle immediatamente come fake news o comunque bollettini del tutto inaffidabili, appunto per i motivi analizzati finora.

Ecco invece un classico esempio di linguaggio appropriato, corredato da tutti quegli elementi che concorrono in maniera fondamentale a costituire una giusta informazione meteorologica da divulgare al pubblico: “Nel breve termine, si delinea la possibilità, da verificare o smentire con i prossimi aggiornamenti, dell’arrivo di una perturbazione dall’Artico ricolma di aria fredda, che interagendo con il mar Mediterraneo potrebbe originare una depressione sul Mar Ligure in grado di arrecare possibili nevicate sugli Appennini fino a quote molto basse. Non si esclude la possibilità di neve anche in pianura, ma da verificare con le controanalisi dei modelli, in quanto molto dipenderà da quanta aria fredda penetrerà nella Valpadana”. Noterete senza dubbio la radicale diversità di analisi: in questo caso il meteorologo ha dimostrato competenza, perché la sua esperienza gli ha insegnato che nessuna previsione va data per scontata e che presenta sempre un certo margine di incertezza (da cui il termine “previsione” e non “certezza” meteorologica, specialmente se si tratta di neve, ma il discorso vale per qualunque tipo di fenomeno atmosferico), appropriatezza di linguaggio (nessun tono allarmistico, ma un semplice ed efficace utilizzo di termini tecnici, appartenenti alla meteorologia intesa come disciplina scientifica), serietà e moderazione nell’evidenziare il rischio potenziale del possibile arrivo della neve anche in pianura, pur evidenziando la necessità di ulteriori rianalisi. Questo linguaggio competente e affidabile è alla base della corretta informazione e cultura meteorologica e si può trovare in alcuni siti molto affidabili come 3Bmeteo, Meteolive, Centro Meteo Emilia Romagna; siti gestiti da persone serie e competenti, laureate e specializzate in meteorologia e in tutti i campi disciplinari legati a tale universo culturale, con un alto senso di responsabilità.

Purtroppo, nell’era dei social network, la cultura meteorologica ha subito un degrado ulteriore verso la disinformazione a causa della diffusione di un numero considerevole di fake news a carattere allarmistico e sensazionalistico. Non essendoci un istituto competente a vigilare sulla corretta divulgazione delle informazioni meteorologiche in rete, gli utenti che leggono su alcune pagine questi annunci cadono spesso preda di panico, allarmismo, ma soprattutto di informazioni errate che portano ad un allontanamento di un numero crescente di persone dal mondo della disciplina meteorologica. Venendo a mancare quindi una cultura e un’informazione di base corretta, corredata di un bagaglio di conoscenze scientifiche adeguate, il nostro Paese si dimostrerà ancora incapace di fronteggiare e di prevenire con le adeguate misure i cambiamenti climatici in atto, proprio a causa del permanere di una scarsa informazione, per di più del tutto scorretta nei modi e nei toni di divulgazione.

Come imparare dunque a riconoscere una meteobufala da una previsione seria? Innanzitutto, tenendo conto di alcuni parametri linguistici: il modo in cui viene espresso un bollettino meteorologico, l’uso di un lessico moderato e non estremo, che non mira a fare titoloni ma a fornire una corretta informazione. In secondo luogo, tenendo bene a mente questo concetto: una previsione non potrà mai essere certa di verificarsi, ma sarà sempre soggetta a un margine più o meno ampio di errore. Quindi, quando vedete un sito che annuncia con certezza con un linguaggio del tipo “nevicata paralizzante in arrivo con oltre 45 cm”, “tornado imminente”, “ondata di gelo artico in arrivo sicuro” questo sta diffondendo un’informazione completamente scorretta e priva di fondamenti scientifici degni di essere presi in considerazione. Invece, se leggete un bollettino meteorologico che rispecchia i canoni di correttezza linguistica, competenza, moderazione nel linguaggio, enfasi sulla falsificabilità della previsione, la quale necessita di conferme, rianalisi e corre il rischio di essere smentita, modificata, ribaltata del tutto… Allora sarete in presenza di una fonte attendibile di cultura e informazione meteorologica, di cui potrete fidarvi.

La cultura meteorologica, per poter essere costruita e diffusa adeguatamente, necessita di un solido bagaglio culturale di conoscenze che derivano da anni di studio, esperienze nell’analisi e nello studio dei modelli di previsione, la lettura di una vasta bibliografia sull’argomento, e anche di un’istituzione preposta alla revisione e al controllo dell’informazione che viene diffusa tramite Internet e i social network per prevenire qualunque tipo di conseguenze potenzialmente pericolose, derivanti da una disinformazione del tutto da condannare. Il primo passo per cominciare questo arduo cammino di valorizzazione della meteorologia e della sua cultura, dal mio punto di vista, sarebbe l’inserimento nei piani di studio delle scuole elementari, medie e liceali di un paio di ore a settimana dedicate a questa tematica della previsione del tempo, spiegando e cercando di avvicinare tante persone, fin da bambini alla meravigliosa scoperta dell’atmosfera e dei suoi straordinari fenomeni naturali.

Pierfrancesco Lanzillotta

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