Tra la politica e la geologia: intervista alla Neoeletta Segretaria Giulia Mancuso

Intervista alla neoeletta Segretaria dei Giovani Democratici di Modena, una giovane nostra collega impegnata tra politica, studio e non solo si racconta alla nostra Redazione.

 

R.M: Allora, ciao Giulia, partiamo da una piccola biografia per poterti conoscere!

G.M: Allora, mi chiamo Giulia Mancuso, sono nata a Napoli il 2 gennaio del 1998. Dopo aver vissuto dieci anni a Caserta mi sono trasferita con la mia famiglia a Modena, città dove tuttora vivo e nella quale ho continuato il mio percorso scolastico con le medie, il liceo scientifico Wiligelmo ed infine la facoltà di Scienze Geologiche dell’Universita di Modena e Reggio.

R.M: Perfetto! Allora, tu ti trovi qui in qualità di neo-eletta (8 settembre ndr) segretaria dei Giovani Democratici di Modena Città, ma come ti sei avvicinata alla militanza politica?

G.M: Dopo le elezioni politiche del 4 marzo mi ero accorta per la prima volta di come la politica italiana fosse cambiata, passare dalle Unioni civili al decreto sicurezza non è certo un passaggio indolore, perciò ho sentito il dovere di iniziare ad informarmi di più e meglio. Ho iniziato a guardarmi intorno e, grazie ad una mia amica che già militava nella giovanile sono entrata in contatto con i GD. Quell’estate ho partecipato alla festa dell’Unità di Ponte Alto, ho iniziato a conoscere i ragazzi che si trovavano lì come volontari e dopo pochi giorni, il 9 settembre 2018, mi sono ritrovata tesserata!

R.M: Che senso ha per un giovane oggi occuparsi di politica? Tu l’hai vissuto come un dovere o come un piacere?

G.M: Avevo sempre visto la politica come limitato agli adulti, in realtà mi sono accorta che ci riguarda tutti, specialmente noi giovani e specialmente chi è studente, perché le scelte della politica ricadranno sul suo futuro. Paradossalmente i giovani sono i meno coinvolti nel processo di “decision making”quando in realtà sono i più colpiti. Dopo aver realizzato questo è impossibile tornare indietro.

R.M: Perché i GD e perché il PD?

G.M: Questa scelta è dovuta di sicuro anche alla formazione che ho ricevuto in famiglia. I miei hanno sempre votato a sinistra e chiaramente i valori che sin da bambina ho respirato erano quelli del campo largo del centrosinistra. Non ho mai sentito la necessità di avvicinarmi ad altri partiti più “estremi” e nei GD ho trovato non solo una bella esperienza di militanza, ma anche tantissime persone intelligenti e motivate, il resto è storia.

R.M: Nel 2009 nasceva il Movimento 5 Stelle, movimento politico che si faceva portavoce del diffuso sentimento di disaffezione e disillusione nei confronti della politica, possiamo dire che allora incernasse l’antipolitica. Questo sentimento è comunque ancora abbastanza diffuso, specialmente tra i giovani; tu hai mai trovato difficile giustificare ai tuoi amici la militanza nel Partito Democratico, visti anche tutti gli scandali che l’hanno interessato?

G.M: Innanzitutto chiariamo che i giovani sono disinteressati e disillusi non per colpa loro, ma perché per anni sono stati educati così, per anni è stato detto loro che la politica non serviva a niente, che la loro voce non sarebbe stata mai ascoltata e che tanto valeva farsi gli affari propri. Detto questo chiaramente non è facile spiegare ai miei coetanei come mi sono appassionata, o meglio, a spiegare come mai un giovane dovrebbe appassionarsi. E molto spesso alcuni personaggi all’interno del PD rendono il tutto più difficile.

R.M: Quanta parte di questo sentimento è dovuto a colpe della politica, quanta ad una visione distorta dei procedimenti giudiziari?

G.M: La politica ci mette spesso del suo per perdere di credibilità, e l’utilizzo strumentale delle indagini prima ancora che si concludano o prima ancora di una sentenza non fa che creare l’idea che “Indagato=colpevole”. Da questo punto di vista molta colpa è dei giornalisti e dei politici stessi.

R.M: Prima hai parlato di studenti. Tu sei studentessa universitaria e, per onor di cronaca, sei anche iscritta al sindacato studentesco Unione Universitaria – udu Modena e Reggio. Quali sono secondo te i margini di manovra che una giovanile politica come i GD  ha per migliorare la vita degli studenti universitari? C’è solo il Consiglio Comunale o ci sono altri spazi e modalità per portare avanti determinate battaglie?

G.M: Io faccio una facoltà scientifica, e lì ho sempre trovato molto difficile per gli studenti andare oltre la lamentela e fare il passaggio successivo, cioè capire che la mia idea o il mio “feedback” può seriamente aiutare per cambiare le cose in meglio. Penso che il ruolo sia dei sindacati che delle giovanili che operano intorno all’università o in generale nella rappresentanza giovanile-studentesca debbano fare proprio questo: devono porsi come figure che possano non solo rappresentare le istanze dei loro coetanei, ma che riescano anche a far crescere la consapevolezza delle possibilità che gli studenti hanno nel poter incidere nella loro vita universitaria. Più che il consiglio comunale è la consapevolezza politica che può cambiare profondamente le cose.

R.M: Per le ultime domande cerchiamo di dare uno sguardo alla situazione nazionale: quale è l’opinione dei GD di Modena sull’alleanza di governo con i Movimento 5 Stelle?

G.M: Personalmente sono poco entusiasta della cosa, non è facile dimenticare anni in cui non siamo stati solo avversari, ma molto spesso nemici. Detto questo credo che la strada intrapresa dal segretario Zingaretti fosse l’unica praticabile per poter uscire dalla crisi di governo causata da Salvini; inoltre dopo quattordici mesi di campagna elettorale condotta sulla pelle dei più deboli era necessario che qualcuno tornasse ad occuparsi di cose serie.

Credo inoltre che la componente del PD all’interno del governo sarà fondamentale per responsabilizzare il M5S nel suo operato all’interno delle istituzione. Per adesso sospendiamo il giudizio, ma ovviamente speriamo solo il meglio per l’Italia, e quindi in bocca al lupo al nuovo esecutivo.

R.M: Alla luce della situazione nazionale si è arrivati anche ad alleanze locali, penso alle elezioni in Umbria e, forse, a quelle Emiliane. Cosa ne pensi?

G.M: Un’alleanza fatta solo per non far vincere gli altri è un’alleanza che è destinata a fallire, ma non credo sia questo il caso. Vedo uno spazio di manovra per poter trovare un terreno comune su cui discutere, e magari governare, con il Movimento.

R.M: Ultima domanda, la grande piaga della sinistra: le scissioni. Cosa ne pensi degli ultimi due strappi consumatisi tra il 2017 (LeU) ed il 2019 (Italia Viva)? C’è spazio nel centrosinistra per altre esperienze?

G.M: Non ho vissuto in prima persona la scissione del 2017, ma conosco personalmente molti ragazzi che quello strappo l’hanno vissuto molto dolorosamente e ovviamente quando i tuoi compagni di viaggio decidono di intraprendere un’altra strada non fa mai piacere. Detto questo però credo che quando le divergenze diventano tali da bloccare il dibattito interno e paralizzare l’azione politica del Partito sia assolutamente necessario e dovuto fare delle considerazioni sull’opportunità o meno di continuare insieme. A volte la nascita di nuove realtà può essere positiva per riuscire a trovare nuove energie e nuove forze per ampliare il bagaglio culturale del centrosinistra.

R.M: Grazie mille Giulia e buona fortuna per i prossimi tre anni da segretaria!

G.M: Grazie a voi.

 

Riccardo Martino

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