La patetica storia di Alessandra, la cannaiola-wannabe

I giovani d’oggi sono dei selvaggi: cercano droga su Internet, la raccolgono da terra e invitano degli sconosciuti a casa per fumarla. Ma si può? Questo è il racconto di Alessandra, una ragazza che ha provato per la prima volta l’erba del diavolo. E dunque, scrivo quest’articolo affinché voi possiate evitare le sue disdicevoli azioni.

 

“Mi chiamo Alessandra e, prima di tre giorni fa, non avevo mai fumato erba in vita mia. Riconosco l’odore, certo, ma non mi è mai capitato di fare anche un solo tiro di canna; né, per giunta, ho avuto amici che mi avessero mai coinvolto in tali sollazzi ricreativi.

 

Eppure mi ha sempre ispirato; sarà che, con due medici in famiglia, fare un tiro di sigaretta è stata la cosa più trasgry che abbia mai fatto – eh sì, sono una brava ragazza-, ma penso sia soprattutto perché sono una persona molto curiosa, e per curiosità, mi sono sempre chiesta come fosse la marijuana.

 

A dirla tutta, le occasioni per fumare erba sono sempre mancate; ho persino provato a chiedere a dei miei amici se conoscessero qualcuno che la vendesse. Risultato? La proposta è scemata in aria fritta. Lo so, abbastanza deludente. Ma proseguiamo.

 

Giusto la settimana scorsa, colta da un lampo di follia, ho deciso di crearmi da sola l’occasione per fumare erba; detta così sembra anche sensata come idea, se non fosse che, per quanto inesperta, intuivo non si potesse andare in giro per le strade di Parma a chiedere “scusa, non è che hai da fumare?”. Quindi ho cercato – letteralmente – su Internet le seguenti frasi: “dove trovare erba illegale a Parma”; “chi vende erba illegale a Parma”; “erba illegale Parma; “stazione di Parma erba illegale” e così via dicendo. Inutile dire, sto ridendo come una matta al solo ricordo di questo disagio.

 

In modo assolutamente inaspettato, non ho trovato nulla che mi soddisfacesse. Nel mentre, però, mi è partito il lato medico (accuratamente inculcatomi in testa dai miei genitori in vent’anni di educazione) e mi sono chiesta se l’erba desse dipendenza, e se sì, quanta. Dunque, ho passato un pomeriggio a setacciare ogni sito web sulla marijuana e sui suoi effetti.

 

I risultati furono più o meno questi: l’erba non crea tanta dipendenza quanto la nicotina, tuttavia le reazioni di chi l’ha provata si dividono grossolanamente tra “eccitati” e “rilassati”. A seguito di questa notizia, sono giunta ad una prudente conclusione: se anche solo interessandomi alla questione “erba” sono arrivata a sognare di diventare una tossicodipendente, con una canna storta finisco con tutta probabilità per lanciarmi nel torrente di Parma. Quindi meglio evitare l’erba illegale.

 

Dopodiché mi iniziai ad informare un po’ di più sull’erba legale. “Ma Ale, l’erba legale non sballa!” e qui, poveri illusi, vi ricordo: parlate con una ragazza che si è sognata in mezzo alla strada ad elemosinare crack dopo aver cercato su Internet “dove trovare erba a Parma”; anche solo l’idea di fumare un palliativo dell’erba mi sballa a sufficienza.

 

A quanto pare è consentito dalla legge possedere erba legale, ma non venderla a terzi. Quindi vi dirò: stavo passeggiando lungo via Garibaldi e proprio lì, vicino al marciapiede, ho visto che era cresciuta una piantina di marijuana legale! Ovviamente l’ho raccolta e non ho lasciato alcuna traccia dietro di me, casomai la ingerissero dei bambini. Ho fatto il segno della croce, ringraziando il Signore per offrirmi sempre tutto ciò che cerco, e sono tornata a casa.

 

Essendo che la buona grazia del nostro Signore mi aveva concesso dell’erba, non volevo sprecarla. Quindi, nei giorni precedenti al mio fortuito incontro, mi ero allenata (sì, proprio allenata) a rollare erba con le spezie che avevo in casa, come il timo. Il joint di per sé era anche decente, ma poi ho avuto la sfortunata idea di fare un tiro per vedere se si bruciasse bene, e alla fine mi sono ritrovata a tossire l’anima in una casa che odorava di patate bruciate.

 

Ma nel momento della verità, mi sono resa conto che erba e timo non sono la stessa cosa: non c’era verso di rollare quella dannatissima canna, sono stata un’ora a rigirarmela tra le dita e comunque mi ritrovavo sempre con un pugno di mosche in mano (o meglio, con un pugno di erba).

 

Cosicché il Signore, in un ulteriore segno della Sua grazia, mi ha mandato il mio inquilino “Paolo”. Stavo tornando a casa dopo aver fatto la spesa e non trovavo più le chiavi del cancello; mi ha aperto Paolo e, tra una cosa e l’altra, ci siamo messi a chiacchierare. Ho scoperto essere il figlio della portinaia e quando gli ho chiesto come mai non l’avessi mai visto prima, mi ha risposto che studiava in Olanda e che era tornato a casa per le vacanze di Pasqua.

 

Non mi ci è voluto molto per collegare: pur avendolo conosciuto in quell’istante, gli chiesi se sapesse rollare le canne. Mi ha risposto di sì e gli ho raccontato la mia storia, dall’inizio alla fine. Si è fatto due risate, ma poi ha accettato di aiutarmi.

 

Quella stessa sera è venuto a casa mia, visto che la mia coinquilina era ancora dai suoi per le vacanze di Pasqua, e ha rollato per me la mia prima canna. Io, come previsto, ero fin troppo gasata; gli ho chiesto se gli sembrava buona, se aveva un buon odore e come faceva a rollarla così bene. Paolo, con tutta la pazienza del mondo, mi ha chiarito ogni dubbio e mi ha anche regalato delle erbe da infuso da smezzare con la marijuana, così da bruciarla meglio.

 

Giungiamo così al mio primo tiro di canna, e lasciatemelo dire: è stato traumatico. Una nuvola di fumo mi è scesa dritta nei polmoni e per un momento mi sono sentita soffocare. Ma dopo il primo tiro, mi è sembrato di fumare aria; solo a metà canna la testa inizia a pesare (non si esce completamente fuori di testa, ovviamente, ma si fa fatica a seguire e formulare ragionamenti complessi). Eventualmente, si potrebbe anche andare avanti con la propria vita dopo una canna così perché l’erba legale rilassa e basta.

 

A conti fatti, sono felice di aver fumato e di averlo fatto nella maniera più sicura che conoscessi. Ho ancora qualche grammo, ma lo sfizio mi è già passato e sono più sicura che l’erba in più rimarrà a fare la muffa per un po’. Se dovessi trarre un insegnamento dalla mia folle esperienza direi: si può anche provare l’erba per una volta, ma con cautela. Magari chiedendo a chi ne sa più, informandosi sul se potrebbe interferire con i propri medicinali o, semplicemente, non cercando spaccini su Internet.”

 

Anonimo

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