Mia madre mi ha obbligata ad ascoltare Lucio Dalla

 

Sono cresciuta con un sacco di musica nelle orecchie, per colpa sia di mamma che di papà. Due musiche molto diverse una dall’altra ma con alcuni fattori in comune. Mamma ha sempre amato i Queen e papà è sempre stato più da Bob Marley. Due mondi quasi opposti, ma entrambi mi hanno dato gli strumenti giusti per apprezzare la musica in modo ecclettico, e mai costretto ad un genere prestabilito. Poi un po’ più tardi, quando già potevo capire qualche cosa in più del mondo e di YouTube, mi sono perdutamente innamorata di tanti artisti che però cantavano rigorosamente in inglese. Mi sembrava quasi impossibile provare emozioni con parole che fossero in una lingua diversa da quella. Ora che ho qualche anno in più capisco invece che dietro questo mio rifiuto assurdo per la lingua italiana c’era un chiaro segnale di “pick me girl behavior”. Perché postare testi di Tiziano Ferro, Elisa o Ligabue quando potevo mettere una foto di un cielo al tramonto in bianco e nero su Tumblr con la descrizione “And satisfaction feels like a distant memory, and I can’t help myself. All I ever say is are you mine?”. Ottima tattica per fare capire a crush che sei innamorata di lui, brava Leila. Certo da qui poi sono nate alcune delle mie più grandi passioni in termini musicali, ma vorrete dirmi che una ragazzina di 14 anni poteva trovarci un senso in una frase tipo “Well now you’ve got your gun it’s much harder now the police have come and I’ll shoot him if it’s what you ask”? Per fortuna la risposta è no.  

Bene è qui che comincia una delle più grandi disavventure della mia vita, o almeno al tempo credevo fosse così. Mia madre, pensando stessi perdendo il senno della ragione, un giorno mi chiese “ma lo conosci Lucio Dalla?”. Vuoto totale. Panico. Zero Assoluto, anzi no quelli li ascoltavo qualche anno prima. No mà. “Ma che domande, vorresti dire che a 14 anni non sapevi chi fosse Dalla?”. Vi sento che già iniziate a giudicarmi, ma raga vi ricordate cosa si ascoltava dal 2012 al 2015? Bene aprite Spotify o Apple Music e fare una ricerca poi torniamo a noi. Sì, certo, il nome suonava familiare, mi ricordavo vagamente fosse morto qualche anno prima, ma per me Dalla e Battisti erano la stessa persona. Entrambi Lucio, seriamente? Per non parlare di De Gregori e De André che vi giuro mi sembrava uno scherzo. I miei di dischi in casa non ne avevano più. Persi tra mille traslochi, venduti o regalati e quindi questi personaggi per me erano solo nomi. Qualche cd lo avevamo, tipo le compilation del Corriere della Sera “la musica d’autore”, ma a me non poteva fregarmene di meno di sapere perché Alice guarda i gatti e gatti il sole, chi fosse Marinella, perché le luci a San Siro non le accendono più, o se Anna e Marco si amassero davvero. Io volevo ballare e non farmi domande. E poi a quell’età tutto ciò che piace ai tuoi deve farti schifo. È la prima regola del fight club quando stai capendo chi sei e assomigliare a loro è l’ultima cosa che vuoi. Ma poi le cose cambiano e quando vedi tuo padre sorridere quando parte Vasco o tua mamma piangere con “Amore che vieni, amore che vai” ti chiedi: “mi sto perdendo qualcosa?”. Questa domanda me la sarò fatta un milione di volte ma mai come il giorno in cui mia madre mi ha obbligata ad ascoltare Lucio Dalla. “Attenti al lupo” era la canzone che aveva scelto per questa introduzione nel mondo dei grandi. Strana, mi sembrava molto strana, ma mi suonava bene in testa. Proviamo questa: “La sera dei miracoli”. Questa: “Com’è profondo il mare”.
Mi sto perdendo qualcosa?
“Lui l’hai mai sentito? Aveva un sacco di capelli riccissimi ma all’inizio le canzoni le scriveva un altro per lui”. “No, L’Avvelenata non è la mela di Biancaneve”. “Lo so che Generale è triste, ma senti che bella questa che parla di calcio”.
Quanto mi sono persa.
A fare finta che non fosse musica per i miei anni e a credere che in italiano le parole non suonassero così bene. Ma è stato quando la domanda è diventata un’affermazione che ho iniziato cambiare idea. Ovviamente non ho abbandonato i The 1975, Ed Sheeran e tutti gli altri, e nei miei like su Spotify c’è sempre del caos che parte da Pino Daniele e finisce con Tha Supreme e i PopX, ma finalmente tutti questi artisti che prima erano solo nomi hanno cominciato ad avere un volto ed entrare nelle mie playlist, nelle mie storie su instagram, nei miei diari e nei miei collage. E oggi, qualche domanda in più me la faccio di certo.

 

Leila Zouinou 

 

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