Un nuovo approccio alla divulgazione

Personalmente ho sempre pensato che votare in maniera informata fosse un mio dovere, dopotutto molte persone sono morte per darci la possibilità di dire la nostra sul modo in cui siamo governati.
Mi rendo però conto che non si tratti né di un pensiero molto comune né necessariamente del modo più emozionante con cui passare il proprio tempo. E’ un fatto risaputo che la politica, l’economia ed in generale gli affari correnti non siamo mai staia in testa agli interessi dei più giovani, il che, da un punto di vista teorico appare difficile da capire: queste cose non sono forse fondamentali nella vita di tutti noi? Le decisioni prese a Palazzo Chigi hanno effetti significativi sulla vita di tutti noi, che ce ne accorgiamo o meno.
Una tesi molto popolare per risolvere questo dilemma è incolpare la politica: i giovani ignorano gli affari correnti perché si sentono lasciati indietro, trascurati. Permettete-mi di dire che questa spiegazione mi sembra un classico caso di confusione tra causa ed effetto: i giovani ignorano la politica, che li ignora di ritorno. Sostengo che ciò sia dovuto al fatto che i cambiamenti generati dalla politica raramente hanno effetti immediatamente visibili alle persone comuni, per non parlare della generale tendenza umana ad attribuire agli altri gli eventi negativi ed a sé stessi gli eventi positivi (trovare un lavoro sarà difficilmente attribuito alla politica economica del governo ma alla propria perseveranza ed abilità). Questo effetto è molto più intenso nei giovani perché pochi tra noi hanno avuto l’esperienza più diretta dello Stato nelle nostre vite (ossia la tassazione).
Qualunque sia la ragione, e a chiunque sia attribuibile la responsabilità, è indiscutibile che siano le decisioni di oggi a formare il nostro domani, e francamente l’ignoranza è un lusso che non possiamo permetterci.
E’ fondamentale che i giovani inizino a partecipare attivamente, anche solo per istinto di autoconservazione: la generazione che ci ha preceduti ha fatto molto per miglio-rare il mondo, ma ha anche tralasciato alcuni aspetti importanti, che ora saremo noi a dover affrontare volenti o nolenti (un classico esempio è il riscaldamento globale, ma anche il profondo incremento della disuguaglianza tra e dentro i paesi).
Affacciarsi agli argomenti che girano intorno alla politica e all’economia non è però certo semplice da quando la maggior parte delle persone raccoglie gran parte delle informazioni sui social media, che si sono dimostrati, nel migliore dei casi, carenti nella divulgazione di informazioni.
Le fonti migliori sono senz’altro i giornali, ma questi raramente hanno un’impronta divulgativa e si limitano di solito a parlare degli avvenimenti più recenti dando per scontato il contesto, che è poi la ragione per cui la politi-ca è circondata da un’aria di complessità (cosa questa alla base della volgarizzazione della comunicazione politica avvenuta negli ultimi anni)
Quante persone, all’infuori di coloro che hanno studiato materie economiche, sanno cos’è lo spread? E non è nemmeno facile fare una veloce spiegazione in materia, dopo-tutto dire:” Beh è molto semplice, lo spread è il differenziale di rendimento tra i BTP e i Bund” porta a più domande che risposte. Un altro esempio da manuale è la diffusa ignoranza su aspetti basilari delle istituzioni, come il rapporto tra il Parlamento ed il Governo. Eppure comprendere queste cose è fondamentale per capire l’Italia di oggi.
Da queste considerazioni nasce l’idea di questa rubrica.
Questa non può tuttavia essere impostata come una montagna di spiegazioni su argomenti pesanti ed astratti, non sarebbe molto efficace e nessuno ha voglia di studiare più di quanto già non faccia.
L’idea è quella di provare a spiegare alcuni concetti par-tendo da tre punti fissi:
-breve introduzione su un avvenimento recente
– breve spiegazione sui concetti fondamentali che ruotano attorno all’evento
-spiegazione dell’effetto sulle vite dei cittadini, con parti-colare attenzione all’impatto sui più giovani.
La mia più grande speranza è di aiutare almeno uno sparuto gruppo di persone a comprendere meglio il mondo in cui ci troviamo a convivere.

 

Massimiliano Montorsi

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