SE I GATTI SCOMPARISSERO DAL MONDO: Una recensione umile e modesta

Se i gatti scomparissero dal mondo” di Kawamura Genki è, forse, il romanzo che ha più spopolato sui social negli ultimi mesi, ma merita davvero così tanta popolarità o è solo l’ennesima tendenza di Tiktok?

Personalmente l’ho scoperto proprio grazie ad una storia su Instagram, ma sono contenta che sia successo.

Kawamura Genki è un autore (produttore e sceneggiatore) giapponese nato nel 1979 a Yokohama, e “Se i gatti scomparissero dal mondo” è stata proprio la sua prima pubblicazione, presso la casa editrice Einaudi, di grande successo sin da subito. Fun Fact: nel 2020 è stato sceneggiatore dello screenplay “Doraemon: Nobita’s New Dinosaur”, e difatti nel libro stesso si trovano riferimenti alle avventure di questo personaggio (non so voi, ma Nobita l’ho sempre trovato troppo capriccioso, ma se piace a Kawamura Genki… chi sono io per giudicare?).

Lo scrittore affianca il mondo cinematografico a quello della scrittura, regalandoci una narrativa orientale da alcuni definita come una “fiaba moderna”, in cui il protagonista risulta fin da subito simpatico al lettore, ma mai quanto il suo inaspettato compagno di avventura. La scena è incentrata su un postino, il cui unico amico è un gatto di nome Cavolo (che, in giapponese, dovrebbe essere Kyabetsu, nel caso ve lo steste chiedendo per qualche ragione). Ebbene, il nostro caro postino scopre di essere prossimo alla morte e quello che sembra essere un banale e fastidioso mal di testa è, in realtà, una malattia ben più grave ed incurabile. Ma perché morire quando puoi fare un patto con il diavolo? Un diavolo la cui rappresentazione risulta sicuramente curiosa e divertente, anche in un clima triste e nostalgico come quello dei ricordi del protagonista, nonché ben lontana dalle solite rappresentazioni che si è soliti incontrare (no, non somiglia ad una capra né al padre di Sabrina Spellman in “Chilling Adventures of Sabrina”).

Il diavolo, che egli chiama Aloha, gli propone un giorno di vita in più per ogni oggetto che egli accetta di far scomparire dal mondo. Questo provoca molte riflessioni, nel protagonista quanto nel lettore, che si trova a interrogarsi su quale sarebbe la conseguenza della mancanza di determinati oggetti all’interno della propria vita ma anche in quella di tutti gli altri esseri umani (vi evito gli spoiler, per quanto il titolo faccia già intuire quale sia uno degli oggetti in questione).

Dunque, se state cercando un libro che non risulti pesante dopo una giornata su un manuale universitario, questo fa sicuramente per voi vista la sua scorrevolezza, potrebbe addirittura essere in grado di sbloccare qualche lettore che non riesce a trovare un libro che lo appassioni (me in primis), senza, tuttavia, mai essere banale o superficiale. Bravo Kawamura Genki (non è così facile scrivere il suo nome così tante volte di fila), poco più di quarant’anni e sicuramente non bisognoso di questa umile recensione, ma autore di un romanzo che – in fin dei conti – non è solo una tendenza di Tiktok.

E voi, cosa sareste disposti a cedere per un giorno in più di vita?

  • Carlotta Guarnieri

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