“NON LA PICCHIARE COSÌ – SOLA CONTRO LA MAFIA”

Stati generali della Bellezza: si intitola così il ciclo di eventi ospitato presso Rigenera, laboratorio urbano, una piccola realtà nata dalla riqualifica di una vecchia struttura a Palo del Colle, in provincia di Bari. E’ qui che il 27 agosto in una serata di fine estate si è tenuta la presentazione del libro del professor Francesco Minervini “Non la picchiare così – Sola contro la mafia”.

Una storia al femminile scritta proprio da un uomo, che non ha mai incontrato Maria (protagonista e voce narrante), eppure se n’è preso cura. Ascoltare una testimonianza e ridarle vita, non è forse infatti un processo di cura? E, perché no, anche di guarigione?

C’è quindi una donna ferita negli anni da tanti uomini, che sceglie ancora una volta di fidarsi di uno di loro. Ed è qui la svolta: Francesco Minervini le porge l’orecchio e la penna, aspettando mese per mese la telefonata di Maria, che aggiungerà un pezzo in più al puzzle di carne e di carta che sta venendo alla luce… Un libro che è tanto del suo scrittore quanto di Maria, dell’editora Elvira e di coloro che, sentendo parlare di mafia, non riescono a voltare le spalle.

Maria è un seme rimasto nascosto a lungo tra le viscere di una terra avvelenata, un chicco però che non marcisce, anzi resiste e va a prendersi il sole, e porta frutto: scappa dai soprusi del boss nonché suo compagno, viene salvata da un’unità di strada, rinasce fenice nel nome del figlio che ha in grembo e dopo tanto tempo riesce anche a raccontarlo. Testimone e non collaboratrice di giustizia, Maria (nome fittizio scelto da lei stessa) è stata per anni pedina inconsapevole della criminalità organizzata cerignolese in un territorio come la Puglia degli anni ’80, dove di mafia non si parlava e invece silenziosamente si consumavano crimini di ogni genere. Niente denunce, solo tante mani sporche di sangue e violenze risalite a galla anche e soprattutto grazie a questa donna, chiave di volta del “processo Cartagine”.

Una serata non basta per raccontare i macabri dettagli di questa storia, ne servirebbero però mille in più per descrivere quanta bellezza fragile adesso è conservata in chi questo 27 agosto ha assistito alla presentazione del libro del professor Minervini. E cos’è se non bellezza, riscatto, resilienza l’intreccio di codeste storie: quella di Maria, del suo scrittore, della direttrice della casa editrice “La meridiana” Elvira Zaccagnino e di Dora Giannatempo, una delle fondatrici della cooperativa “AltEreco” di Terra Aut dove vengono prodotti articoli biologici a partire da un terreno confiscato alla criminalità proprio a Cerignola, il luogo in cui l’incubo di Maria ha preso forma.

Seminare legalità, per giungere ad un futuro di libertà, questo è il messaggio.

“Chi semina datteri non mangia datteri.
E che vuol dire?
Che devono passare almeno due generazioni perché le palme da datteri diano frutti. Se io comincio adesso, fra cinquant’anni qualcuno li mangerà e si riparerà all’ombra”

Ciò che inferno non è, A. D’Avenia

Rossana Cea

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *