Viaggiare da fermi: basta una foto

Se dovessi trovare due parole per descrivere la situazione che l’Italia ed il mondo in generale sta affrontando in questo momento, sarebbero “limitatezza” e “cautela”.

Ma per viaggiare nei posti che più hai amato non ci sono limiti: basta prendere una foto e lasciare spazio alla memoria, al ricordo del luogo e dei sentimenti ad esso legato.

<<La memoria è ridondante: ripete i segni perché la città cominci a esistere>> scriveva Italo Calvino nel libro “Le città invisibili”.

Guardo la foto e improvvisamente la stanza si scalda: sento il calore del sole sulla pelle e un odore salmastro, mentre una brezza sottile si insinua abilmente tra il labirinto di strade e cunicoli formato dalle mura della città. C’è silenzio. Si sente solo il sibilo del vento. Tocco le antiche pareti dorate: si sente l’eco della Storia. Mi trovo a Medina, la “città del silenzio”.

Quest’ultima città ha una sorta di stile arabo: mi viene quindi in mente un altro luogo, a molti chilometri di distanza. Cerco la foto ed eccomi lì, nei giardini dell’Alcazár di Siviglia, in Spagna: questo luogo ha un’aria fiabesca e misteriosa. Sento la voce della guida che racconta <<…. Costruito nell’VIII secolo sui resti di una fortezza romana, fu ingrandito sotto il dominio di un Califfo… >>.

Il mio sguardo si sposta sulla foto accanto. Forse meglio mettere la giacca: nella stanza fá più freddo. Il tempo è nuvoloso, forse pioverà: la luce è più ovattata, delle volte sembra scomparire e delle volte è più luninosa. Intanto sento lo scrosciare calmo dell’acqua. Sono sul ponte Sant’Angelo a Roma: le statue imponenti s’innalzano di fronte a me, mentre in lontananza si sente il suono di una fisarmonica…

Qualcos’altro distoglie la mia attenzione – è un’altra foto. Meno male, ora c’è più caldo, anche se il sole sta calando. I giochi di luce del tramonto regalano un paesaggio arcobaleno. Mi trovo a Sassalbo, un piccolo paesino nascosto tra i monti dell’appennino tosco-emiliano. È un posto magico: puoi arrivarci solo se conosci la strada.

Un profumo delizioso mi costringe a distogliere nuovamente lo sguardo e rivolgerlo verso un’altra foto. Il sole picchia prepotentemente, ma l’odore invitante che aleggia nell’aria ha la meglio sui numerosi passanti, I quali si fermano ai chioschi che di tanto in tanto si trovano lungo strada. C’è un gran vociare di gente, ma non è un rumore fastidioso: è accogliente. Mi trovo davanti una rosticceria di Napoli.

 

Un luogo, una città non sono solo terra e cemento: sono l’insieme delle persone che vi abitano, degli odori, dei sapori. Un paese è storia, arte, cultura e tradizione.

Roma, Siviglia, Mdina: sono solo nomi.

Nomi che diamo all’insieme delle loro componenti.

Ciò che resta a noi di esse, è il loro ricordo. Esso è memoria, ma anche immaginazione: riviverlo è come fare un secondo viaggio.

Dalila Froni

 

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