Riflessioni dalla Quarantena

Giorno: ho perso il conto. Anzi non l’ho mai tenuto dall’inizio della “quarantena”.

Un vocabolo che ha scosso i nostri animi quasi più della leggenda dell’uomo nero con cui volevano ammonirci da bambini. Eppure, nel silenzio della mia stanza, mi sembra già di sentire i rimproveri dei nonni che fecero la guerra e che, per questo, rabbrividiscono nel vedere quante persone si stiano lamentando quotidianamente,immerse nei comfort della loro calda abitazione.

E dire che sono gli stessi che nella loro frenetica vita ordinaria iniziano a rimpiangere il letto già dall’attimo in cui il suono della sveglia prova a dargli la carica per una nuova ed emozionante giornata di studio o lavoro. Ma del resto si sa.. siamo italiani dunque carismatici, con tanta voglia di seguire i nostri istinti, di vivere, di stare il più tempo possibile con i nostri amici o parenti e non è semplice impegnarsi a rinunciare a tutto ciò che d’infinitamente bello abbiamo.

Tanto è vero che ormai siamo sulla bocca di tutti, ma non tanto per il covid-19. I nostri flashmob e karaoke improvvisati stanno affascinando mezza Europa, le mogli stanno riscoprendo un lato Masterchef tanto impensabile che nemmeno i mariti le riconoscono più. Insomma, mentre gli altri si preoccupano di carta igienica e disinfettanti, noi restiamo fedeli a lieviti e farine perché si sa, mentre la nostra libertà è rinviata a data da destinarsi la fame resta.. e quasi come dopo un incantesimo, ecco che una pizza o una torta si trasformano in caldi abbracci. I bambini si sono riappropriati della creatività perduta a causa dei devices tecnologici, che li passivizzano perfino nel momento dei pasti, esibendo arcobaleni colorati pieni di tutta la speranza che agli adulti spesso manca.

Vedo persone che hanno reimparato, talvolta imparato, a convivere con la propria famiglia tanto da provare emozioni alle volte ignote. I giovani più responsabili stanno utilizzando tutta la loro frustrazione per creare meme esilaranti, video coinvolgenti e nuove interazioni con il mondo, così da continuare a essere tutti quanti da soli ma insieme. Immagino Greta e Gretini esultanti e in festa visto che la Terra è tornata, dopo un tempo apparentemente infinito, a respirare.

In effetti può essere la metafora di quello che faremo noi dopo questa emergenza.Dicono che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere dunque cerchiamo di goderci il più possibile tutto ciò da cui le nostre solite occupazioni ci distraggono. Nel mentre il sole sorge e splende come sempre, gli uccellini cantano come sempre e anche noi fortunati che stiamo bene, in fondo, stiamo esattamente come sempre.

Francesca Pallucchini

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