Il tempo di Greta

L’attivista ambientalista svedese Greta Thunberg è stata nominata “Persona dell’anno” dalla celeberrima rivista TIME, che l’ha resa così la persona più giovane a cui sia mai stato assegnato l’ambìto riconoscimento.
Nonostante non si tratti certo della prima onorificenza o del primo premio ricevuto da Greta, questa notizia in particolare ha saputo dividere l’opinione pubblica, provocando un’accesa discussione in merito.
C’è chi considera la Thunberg una paladina della causa ambientale e ne esalta il carisma e i valori, impressionanti sono solo per la giovane età; c’è chi, dall’altro lato, evidentemente non convinto dal suo attivismo, manifesta volentieri il proprio dissenso e la contesta anche con indignazione.

Ma poniamo l’attenzione sul perché la rivista TIME abbia designato proprio Greta come figura simbolo di questo ormai concluso 2019. Doverosa premessa è quella di far notare come TIME, in passato, abbia voluto stagliare sulla propria cover anche personaggi del calibro di Al Capone e Hitler (per citarne alcuni): ciò dimostra chiaramente come la scelta del protagonista della celebre copertina non segua un criterio morale, bensì un criterio di oggettiva fama… o di “famigeratezza” (come nel caso dei sopracitati antagonisti, i quali hanno pur sempre segnato la Storia).
Nel caso di Greta Thunberg il parametro di valutazione non è certo stato la capacità professionale o il genio scientifico: non dimentichiamoci che si tratta di una ragazza di 16 anni, chiaramente e giustamente ancora priva dell’esperienza di un adulto.
Ma la sua età non basta a evitarle la disapprovazione di chi le recrimina il fatto di “starnazzare” le sue esortazioni a sostegno dell’ambiente senza però indicare alcun tipo di soluzione concreta, implicando fra l’altro che possedere i mezzi necessari alla risoluzione di un problema sia un presupposto indispensabile per dare inizio a una discussione pubblica (e, si vorrebbe, civile e democratica) a riguardo.

Si potrebbe obiettare che si discuteva di cambiamenti climatici già da molto prima che l’attivista svedese nascesse; è vero però che la crescente preoccupazione, pur esistendo, non veniva incanalata né in pressioni politiche, né in azioni concrete.
Va dato atto inoltre che nemmeno le più importanti associazioni ambientaliste o qualsiasi altro personaggio pubblico erano mai riusciti a creare un dibattito tanto acceso sulla crisi climatica; Greta invece l’ha portata sulla bocca di tutti (talk show italiani inclusi) in un tempo relativamente breve.
La rivista TIME motiva l’assegnazione del titolo “Persona dell’anno 2019” a Greta Thunberg riconoscendole la capacità di “creare uno spostamento di attitudine globale, trasformando singole preoccupazioni in un movimento mondiale”.
Tutto questo è potuto accadere perché a farlo non è stato un’artista, un politico, un ricercatore scientifico o un filantropo miliardario, ma una semplice (per quanto straordinaria) adolescente, che ha dimostrato a tutti noi che “nessuno è troppo piccolo per fare una differenza”.

Francesco Santoro

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