Un pensiero a Lucio Battisti

 

Una giornata (non più) uggiosa

 

Si diceva e si sapeva

che il “29 settembre” sarebbe stato un giorno speciale,

ma non fino a questo punto.

Un risveglio tanto forte

da entrare così prepotentemente “nel cuore, nell’anima”

non era mai successo.

“Mi son svegliato e

E sto pensando a te

Ricordo solo che

Che ieri non eri con me

Il sole ha cancellato tutto

Di colpo volo giù dal letto

E corro lì al telefono

Parlo, rido e tu, tu non sai perché

T’amo, t’amo e tu, tu non sai perché”

Almeno una volta nella vita abbiamo tutti sperimentato cosa voglia dire

“aver paura di innamorarsi troppo”

senza lasciare scampo all’inconscio più debole e segreto di tutti noi.

Ma sappiamo anche che in questo così sotterraneo

“inferno rosa”

è possibile provare e sentire un po’ di “confusione”,

con la paura che il “tempo di morire” stia arrivando.

Un cuore debole e incerto

che pochi hanno sperimentato davvero,

aperto agli occhi del mondo

per poter finalmente cantare questo grande amore.

“Respirando” profondamente poi riesci a percepire un’aria

che è sempre autunnale,

un senso che irradia e colma ogni mancanza personale.

 

Allora ti rendi conto che

non solo puoi scrivere queste “Emozioni”,

ma che puoi percepirle,

pensarle e

viverle.

Quello di cui parlo

è una delle sensazioni più fondamentali e autentiche

che esista per “un uomo dai capelli verde rame”,

che dopo un risveglio,

ha finalmente capito che il suo pensare

è vivere consapevolmente,

ogni giorno della sua vita.

Tante allegorie e troppe armonie

riescono a colpire

e a rendere fragile una persona con un po’ di testa e di amore in corpo,

tanto da far scoccare ogni volta un po’ di felicità,

che si percepisce attraverso la sua voce,

anche se in quel momento

sta gridando aiuto.

Non è banale essere Lucio Battisti,

che è stato,

è,

e sempre sarà

una continua conferma d’ essenza d’ amore e gioia,

sia per la vita che per il prossimo,

di pura anima viva,

riuscita dopo tanto a rinascere e

in questo 29 settembre 2019.

Quello che ci ha sempre insegnato il “Nostro caro angelo”

è il motivo per cui spesso siamo catapultati al di fuori del mondo:

ci ritroviamo a volare dentro delle “Innocenti Evasioni”.

Motivo per cui è lecito e normale

che ogni sua canzone sia dentro di noi e dentro la nostra vita,

dentro ogni frase scritta o letta,

 

percepita o non percepita.

 

 

 

Francesca Bruschi

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