E Cicciogamer89?

Credo di condividere con buona parte dei lettori di questo giornale una sensazione costante e ben definita. Una sensazione che emerge ogni qualvolta mi ritrovo per una cosa o per un’altra a seguire un programma di approfondimento politico o ad informarmi sul tema.

Questa percezione di cui parlo è riassumibile nello sconforto di essere parte di un mondo che platealmente è irrilevante nel dibattitto pubblico. Le tematiche che vengono discusse paiono essere infatti esclusivamente quelle che interessano ad un target ben lontano dal mio. Si discute di come aumentare le pensioni (mai del fatto che probabilmente chi deve ancora iniziare a lavorare full time come me la vedrà insieme ai pronipoti), delle pagliacciate che fa quello o l’altro politico, di chi fa a gara ad amare di più il crocifisso e le tradizioni del paese. Si scordano così puntualmente i temi dell’università, dell’equità fra le generazioni, dei giovani in generale.

Capita però che saltuariamente salti fuori in qualche talk show la domanda “ma i giovani, chi sono, cosa pensano e cosa vogliono?”. Quando accade ciò, anziché veder portati avanti i temi del lavoro irregolare come camerieri o porta pizze in nero, del lavoro senza tutele (rider), dei fuorisede che non trovano una casa, delle tasse universitarie e di tutto quello che incide sulla vita di questa fetta della popolazione anche post università, si scade nel più becero degrado. Dimostrazione plastica si è avuta nella trasmissione di La7 “Di Martedì”. Il giornalista Nuzzi de La Verità nell’intervistare sul tema degli under 30 l’ex ministro Elsa Fornero, le chiede in diretta: “Lei parla ai giovani? […] Le chiedo, lei conosce Cicciogamer?”. Comprendendo come questa frase buttata completamente a caso non abbia senso in prima battuta, contestualizzo il dibattito. Fornero spiegava come all’oggi una sfida sia dare un lavoro stabile ai giovani per poter garantire una pensione dignitosa. Un intervento (al di là delle opinioni personali) serio sul tema del futuro dei millenials. Il giornalista tuttavia la interrompe dicendo che se non segue Cicciogamer non può capire come comunicare con lo stesso linguaggio di noi giovani e nel mentre, scroscianti applausi divertiti dal pubblico.

Al di là della battuta infelice, questa fa trasparire perfettamente come siamo identificati nel dibattito politico italiano; mette in luce dunque, molto più di quello che sembra. Non siamo visti come il futuro del paese. Non sfiora neanche l’idea che la netta maggioranza siano ragazze e ragazzi che cercano spazio studiando e lavorando per costruirsi un futuro oppressi da un sistema gerontocratico che fa valere più l’età che il merito, bensì come una massa di bambinelli chiusi in una stanzetta. Una massa di bambinelli che seguono cose strane, fanno cose strane, isolati dalla realtà e che pensano solo a cose futili come seguire content creator su Youtube.

L’idea che si ha di noi che piaccia o meno è questa. Quante volte si sentono persone dire che laurearsi non serve ed è meglio che i giovani vadano a lavorare, o ancora che i giovani siano scansafatiche e un po’ di servizio militare sarebbe un toccasana (un tema che puntualmente spunta fuori ad ogni elezione). Che i giovani siano mammoni che non si sanno neanche rifare il letto, che non vogliono fare della gavetta e che vogliono tutto subito. Sulla nostra vita privata, che non ci vogliano sposare, che siamo irresponsabili e, dulcis in fundo perché è il mio preferito, siamo un po’ come il gatto di Schrödinger, ovvero capaci di rappresentare contemporaneamente due stati: da un lato incapaci, dall’altro bravi ma traditori perché molti lasciano il paese.

Non stupisce dunque che quando si tratta di decidere dove mettere il denaro, gli investimenti si concentrino su misure come Quota 100 e simila. In un paese dove manca completamente la regolazione di alcune forme di lavoro e dove la spesa per istruzione è fra le più basse del mondo occidentale, la nostra priorità sul medio-lungo termine è bruciare enormi risorse per mandare in pensione un po’ prima i cosiddetti boomers.

“La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori…”. Grosso modo siamo rimasti fermi a duemila anni fa, all’idea che aveva Socrate dei giovani (se non peggio). Cosa fare dunque?

Fin’ora aspettare proposte da parte di coloro che hanno più anni alle spalle che di fronte a sé si è rivelato un esercizio ozioso; è necessario perciò una nuova coscienza collettiva e la volontà di combattere. Vedo dunque di buon occhio le proteste di Fridays For Future nella speranza che siano il primo passo per attrarre giovani ad interessarsi alla politica, benché in un clima mortificante come quello italiano non sia semplice. Auspico che i giovani possano studiare, organizzarsi e far sentire la loro voce. Auspico che nasca fra i millenials la volontà di rottura con il mondo del passato e non di appiattimento verso il sistema che si è incancrenito in questi anni. Auspico che i giovani siano istruiti e coraggiosi, così da poter prendere il paese in mano e guidarlo in futuro.

 

 

il Direttore

Matteo Ballotta

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