ll canto del cigno di Bojack Horseman

Eccoci, siamo giunti al canto del cigno del nostro Cavallo preferito; anzi siamo solo a metà atto.

IL 25 ottobre sono stati rilasciati da Netflix i primi 8 episodi dei 16 che compongono la sesta e ultima stagione. Da buon estimatore ho cancellato tutti gli impegni che avevo per la mattina e mi sono guardato tutti gli episodi di fila.

Avviso ai naviganti questa breve recensione e riflessione conterrà degli spoiler.

 

Per chi non avesse mai visto la serie e si apprestasse a vederla solo adesso, ci ritroviamo in un Hollywoo(d) dove convivono persone e animali antropomorfi e Bojack Horseman è una star della sitcom anni ‘90 Horsin’around.

Tuttavia la la sua fama è ormai decaduta ai giorni nostri e per ritrovare le luci della ribalta ingaggia una Ghost-writer Diane che scriverà la sua autobiografia.

Fin dall’inizio Bojack pensa di fare un’autobiografia celebrativa di sé e del suo ego, ma scavando nei suoi ricordi comincia a capire che non può più essere quella persona superficiale e cattiva e si racconta per com’è davvero.

Una lenta parabola discendente nella depressione, nell’abuso di alcool e droga e infine nell’autodistruzione.

Dopo questa piccola introduzione per i neofiti torniamo ai giorni nostri, la prima scena si apre con Bojack che dopo l’ulteriore ricaduta nell’abuso di farmaci antidolorifici intraprende volontariamente il percorso di riabilitazione.

Vediamo Bojack che per l’ennesima volta comincia ad affrontare i suoi demoni del passato: l’alcolismo, il rapporto problematico con la famiglia e tutte le cattiverie che ha fatto alle persone che amava.

La serie si sviluppa poi nelle puntate seguenti analizzando il microcosmo di personaggi che hanno accompagnato Bojack in questi anni: troviamo Princess Carolyn che deve affrontare le sfide della mamma single e lavoratrice nel mondo ostile del cinema, Mr Peanbutter che non riesce a trovare il modo di raccontare alla sua fidanzata Peakles che l’ha tradita con Diane, che a sua volta si ritrova ad affrontare la sua depressione dovuta alla mancata realizzazione in ambito lavorativo e personale.

E Todd? In un mondo che sta lentamente scivolando nel caos, riesce ad assumersi le proprie responsabilità.

 

Inoltre in queste puntate sono affrontate diverse tematiche sociali attraverso la solita critica tagliente con cui ci hanno abituato in questi anni: il capitalismo vorace americano e le questioni di genere all’interno del settore cinematografico.

In queste otto puntate diverse linee narrative di molti personaggi sono approfondite e trattate in maniera più completa, tutto ciò viene permesso anche dal fatto che il cammino di redenzione di Bojack è trattato in episodi specifici che difficilmente si collegano con le storie degli altri protagonisti.

 

Quello che appare chiaro fin dalla prima puntata è che non abbiamo a che fare con il solito Cavallo.

La sigla iniziale è stata modificata comprendendo anche scene del suo passato fino ad arrivare al presente, il tutto per esplicitare il concetto del suo percorso di riabilitazione e presa di coscienza del passato.

Un’altra caratteristica fondamentale è la presenza scenica dell’universo, durante la sobrietà Bojack vede nell’alcool un via di uscita per raggiungere l’infinitezza e la spensieratezza che otteneva in stato di ebbrezza.

In conclusione che cosa possiamo dire di queste otto puntate? In queste puntate c’è una sottotraccia di malinconia che segue un po’ tutti i personaggi, ma troviamo soprattutto voglia di rivincita e di riscatto sugli errori commessi nella propria vita.

Il problema più grosso è che nonostante l’impegno che ci si possa mettere, ci sono errori che anche a distanza di anni non possiamo più sistemare, come per Bojack la morte di Sara Lynn nella terza stagione che lo assilla perennemente in questa stagione. 

Che cosa possiamo aspettarci dall’ultimo blocco di episodi che arriverà il 31 gennaio? Di sicuro Bojack dovrà lottare con gli ultimi demoni del passato e dovrà assumersi le proprie responsabilità come viene accennato nell’episodio 6×08.

Fino al 31 possiamo soltanto immaginare e cominciare a metabolizzare che la nostra serie preferita del cavallo più malinconico e catartico di Hollywoo ci lascerà per sempre.

 

  Alessio Dondi

One thought on “ll canto del cigno di Bojack Horseman

  1. La star dello show Tom Ellis ha infatti raccontato a EW che la quinta ed ultima stagione, composta da 16 episodi, sara disponibile in due momenti diversi su Netflix, che l ha salvata dopo la cancellazione da parte di FOX un anno fa. Non e la prima volta che Netflix fa un operazione del genere per il canto del cigno di alcune sue serie tv, come Unbreakable Kimmy Schmidt, Fuller House e BoJack Horseman, e lo stesso fu fatto qualche anno fa da AMC con serie come Breaking Bad e Mad Men.

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