L’aria di Carnevale

 

Il periodo di carnevale rappresenta sicuramente una parte importante dell’anno legata agli scherzi, alle maschere, ai giochi, al cibo, ai bambini e in generale all’eccesso. Carnevale è sinonimo di libertà di pensiero e di espressione, in quanto ognuno di noi è spinto quasi per inerzia ad assumere identità e comportamenti altrui, venendo accettato in quanto diverso dal suo essere. Questa festa però ha in realtà origini nobili e antichissime, divenute oggetto di strumentalizzazioni nel corso degli anni.

Nelle considerazioni generali il termine carnevale trova la sua origine dal latino carnem levare, ossia “togliere la carne”, indicando così l’inizio del tempo della quaresima cristiana, periodo di purificazione dagli eccessi in vista della pasqua. Andando però ancora più indietro nel tempo scopriamo che nell’antica Roma si celebravano i cosiddetti saturnali, feste che potremmo definire “parenti” dell’attuale carnevale, in onore della commemorazione dei defunti e in celebrazione della fertilità della terra successiva al letargo invernale.                                                                                             Ulteriori testimonianze di celebrazioni di festività analoghe al carnevale si trovano anche nell’Antica Grecia e nell’Antico Egitto, sottolineando quindi la presenza di feste all’insegno delle maschere e dell’eccesso già in tempi lontani.

L’attuale concezione di carnevale però si forma all’interno del Rinascimento, periodo in cui nascono le prime grandi maschere cittadine e iniziano le prime grandi sfilate di carri nei centri culturalmente più avanzati come Venezia, Firenze e Roma. In particolare nel 1600, grazie all’apporto della Commedia dell’Arte, si introducono nelle feste maschere e costumi legate ad un determinato tipo di personaggio: spuntano così i vari Arlecchino, Pantalone, Balanzone, Pulcinella. Questi personaggi si accompagnavano ad un vero e proprio processo di socializzazione in cui la  festa diventava un’occasione per annullare per qualche giorno le grandi differenze tra le persone appartenenti a diverse classi sociali, a favore soltanto del riso e del divertimento.

Oggi il carnevale è intrecciato soprattutto a tradizioni particolari a partire dalle maschere delle città per arrivare al cibo, passando per le sfilate dei carri. A Modena è ormai divenuta una celebrazione solenne la sfilata per le vie della città e lo sproloquio in Piazza Grande di Sandrone, accompagnato dalla moglie Pulonia e dal figlio Sgorghiguelo. La celebre maschera modenese nacque intorno alla metà del 1800, rappresentando il contadino del passato, sgraziato e pacchiano, ma allo stesso tempo furbo, proveniente dal cosiddetto “Bosco di sotto”, luogo tanto immaginario quanto lontano dalla mondanità.                                                                                                                                                                                                                                                                                     In generale il carnevale rappresenta una festa particolare perché permette di sostituire la propria identità con un’altra, con la conseguenza di essere libero, di poter assumere comportamenti insoliti rispetto alla routine quotidiana. Lo psicologo Jean Piaget considerava la maschera una delle possibilità del gioco, attraverso cui il soggetto perde la propria identità in favore di un’altra. La stessa maschera ha quindi una funzione psicologica assimilabile ad una perdita di autocontrollo e di conseguente libertà.

L’aria di carnevale ci lega allo svago, al riso, agli scherzi, ma soprattutto alle nostre origini, perché rappresenta una di quelle feste in cui ci si lascia andare, si svestono i panni abituali per entrare in un contesto differente, in un insieme di emozioni che lega le persone ai propri ricordi più semplici e infantili. Il carnevale è la festa che ci ricorda com’é essere spensierati, ma soprattutto ci ricorda chi siamo veramente.

“A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi” (Nicolaï Evreïnov)

 

Carmine Di Maiolo

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